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Whisketto for the holy ghost

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E alla fine, lo sponsor ce l'ha fatta ad imporsi persino sulla copertina. Va là, che figurino, lì al centro, con mezzo litro di old fashioned davanti e un bel ghigno satanico stampato in volto, in quel del Roma Whisky Festival di cui lo scorso marzo, subito dopo una masterclass tenuta dai Bar manager del Rasputin (alla sua destra) e del Lovecraft (alla sua sinistra) di Firenze. Quale sarà stato il suo ruolo? Semplice auditore? Molesto spettatore? Professore ad honorem? E cos'è quella mossa? Un abbraccio amichevole? Una presa proibita persino nei tornei MMA più malfamati? I pochi sopravvissuti tacciono, occasione ghiotta per andare direttamente a Firenze e chiederlo alle due guest stars di cui sopra. E ricordate: al Lovecrfact si entra solo sussurrando nelle tenebre, immobili sulla soglia, fhtagn ph'nglui mglw'nafh cthulhu r'lyeh wgah'nagl fhtagn battendo il piede al ritmo della musica di Eric Zann, mentre al Rasputin non perdete la loro tequila con il verme. Co

Tutti giù nel kingsport spazio

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CuRtura, emozioni, allegria e botte (soprattutto tante, soprattutto prese, come di consueto), condensate in meno di due ore e inoculate attraverso il condotto uditivo per, non dico di fare di voi persone migliori, giacché, bazzicando queste frequenze, avete probabilmente raggiunto l’acme delle capacità umane, ma per avere una compilatio ( o una borsetta di coccodrillo, come diranno i più polemici) degna di questo nome mentre vi affrettate in fretta e furia per avere un posto (sulla scaletta) sul super affollato elicottero che, partendo dal tetto dell’ambasciata del Ducato di Gran Fenwick vi porterà in acque neutre, benché il presidente   abbia detto che non finirà come in M.A.S.H. Una brodaglia allucinogena che comprende, in ordine rigorosamente sparso: maestri della settima arte, misteriosi collettivi attivi nelle periferie londinesi, classici senza tempo, padri del post rock e figli minorati di un dio in re minore, sponsor arditi ed eleganti,   vecchie glorie sul viale dell’alba d

The Filth & The Fury (Un altro speciale di natale non fa male)

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Tutto di corsa in fretta e furia ("io odio i tossici lo hai registrato julian? l'eroina si è portata via il mio miglior amico) senza Vin Benza né punteggiatura che fa molto l'autunno del patriarca e marquez e così ci arruffianiamo la cultura borghese dei salotti buoni ma a noi preme soprattutto fare uscire un pò di canzoncine che potete ascoltare chiusi in casa in questi giorni mentre sparate i raudi addosso al cane del vicino dediche ambigue una strenna di novità come non si erano mai ascoltate su queste frequenze ripescaggi arditi e disperatissimi e pure no new york che non c'entra nulla ma c'entra sempre buone feste e mi sono sbagliato gli elephant gym sono taiwanesi non coreani scusa sei mejo te edit: per chi non riesce a visualizzare il player qui sotto (i.e.chi usa safari come web-browser) collegarsi direttamente a mixcloud:  Ascolta_Compilatio       Traccia (Gruppo; Album)  1. Sigla_Jessica Jones Main Theme (Sean Callery; Jessica Jones OST)  2. We close

Merry Compleanno, signor HPL!

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Le cause molteplici: lo iato insopportabile tra l'ultima fondamentale compilatio e l'hic et sunt, il caldo opprimente che spinge a buttare giù ettolitri di London Mule attraverso i filtri delle mascherine, e soprattutto il compleanno del solitario di Providence (vedi foto) che cade oggi 20 agosto e va festeggiato prima di subito, prima che la furia iconoclasta distruggi-statue (mai dei santi...dico...mai una dei santi...) decida di rivolgersi al passo successivo del bravo rivoluzionario da tastiera, ossia l'incendio dei libri, con buona pace di Ray Bradbury.  E  in attesa che qualcuno ci spieghi che Howard Phillips Lovecraft fosse un attimino razzista (nel New England di inizio secolo immagino quante attività prodrome del movimento dei diritti civili ci fossero...) e per tanto che le sue opere debbano essere condannati all'oblio* (ma dimenticando, tra le altre cose, che fu sposato con una vedova ebrea e che dedicò l'ultima parte della sua vita ad una lotta per gar

RadioCarlonia's Best of 2019

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Torna l'appuntamento con la rubrica aperiodica musicalmente più oscena e furiosa dell'internetto tutto, con niente poco di meno il best of del 2019 (più volte chiamato nel corso della trasmissione come il best of del 2020, in pieno spirito iconoclosta e situazionista), che va bene che siamo nell'anno palindromo e sono uscite vagonate di dischi (di cui il 99% inutili), ma un bel ripassino sullo ieri appena trascorso ci sta sempre bene. Ovviamente tutto condito da gustosi ripescaggi più o meno lontani. Ma passiamo tosto al drammatico argomento che in questi giorni sta a cuore a tutto il popolo balconaro: il fatto che l'edizione italiana di Prison Pit non abbia sostituito il catalogo IKEA come libro più venduto nel paese.  Breve recap di cosa racchiuda Prison Pit : luchadores cannibali alieni, mostri tentacolari di stampo lovecraftiano, botte da orbi, sangue, carnazza, stupri extra-terresti (sia etero che, soprattutto, omo),  onomatopee bellissime (come quella dedicato

Turn On The Radio, Bitch, RadioCarlonia is on the Beach

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Riassunto di quanto successo dall'ultimo episodio fino ad ora nelle vostre vite*: Abbuffata di vigilia-natale-santo stefano, festone di capodanno coi botti che neanche nella striscia di Gaza, sudaticcia calzetta di spugna della befana, blue Monday (che degli studi utili quanto la coca cola alla menta hanno confermato cadere nel mese di gennaio) dal vivo, settimana blanka senza particolari scosse, poi niente fino alle uova poco fatali di pasqua, black out durante la diretta del concertone piccolo-piccolo-nazional-popolare, chiusura del calcio mercato, mare e cocomero immerso nella vodka smirnoff, falò sulla spiaggia con l'amico fagiano che mette il piede sulla brace dopo il bagno di mezzanotte e corse al pronto soccorso con scuse farfugliate al medico di guardia, versione occidentale degli splendidi discepoli di Ippocrate visti in Men Behind the Sun. Tutto il resto- matrimoni, nascite, operazioni chirurgiche, primi baci, ultimi addii, amori, tradimenti, nuovi lavori, trasferi

RadioCarlonia Christmas Special 2018

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Puntata mastodontica, impossibile da riassumere negli angusti spazi di un blog. Ci proviamo lo stesso, perché amiamo le oscenità soniche e il frastuono più assordante almeno quanto le sintesi impossibili. E allora abbiamo: l'annosa e irrisolta questione dei 3 stati sociali, quote rosa incredibilmente presenti e partecipi, prof che sfondano la quarta parete ed il vetro della regia per impossessarsi del microfono, richieste da alberghi apparentemente chiusi ma in pieno fermento e fermentazione, forze dell'ordine che contribuiscono al disordine e al caos generale, padri che tentano di riallacciare il rapporto con i figli affidandosi a questa emittente piuttosto che ai santoni di Loreto, l'impegno sociale dalla striscia di Gaza e l'impegno estetico dei bengalesi, figli delle madri del sole che si scoprono adulti e si sottopongono a interventi di colonscopia, ospiti illustri presenti e grandi assenti con indosso t-shirt della Fred Perry, Tabaccai sotto anabolizzanti in fis